La specie linneana Rubus
fruticosus L. è stata dagli studiosi moderni suddivisa in numerose
specie, delle quali la più diffusa, almeno in Italia, è il Rubus
ulmifolius L. Questa specie è un arbusto
della famiglia delle Rosaceae, comunissimo in tutto l'emisfero boreale; nel
nostro Paese è presente ovunque lungo le siepi, ai margini delle strade e
nei
boschi.
GENERALITÀ Il
rovo e un arbusto con fusti dapprima eretti, quindi arcuati e ricadenti,
angolosi, con facce scanalate. I fusti sono muniti di robuste spine dilatate
alla base, diritte o arcuate. Le foglie sono
palmate, composte cioè da 3-5 foglioline a forma e grandezza variabili,
irregolarmente seghettate, pelose sulle due pagine, più frequentemente
solo sulla pagina inferiore. I fiori sono raccolti
in infiorescenze a pannocchia terminale di forma varia. Il singolo fiore
è composto da un calice formato da cinque sepali ovali o appena acuminati
che, dopo la schiusa del fiore e la maturazione dell'infruttescenza che si
ripiegano all'indietro. La corolla è formata
da cinque petali, di forma ovale e colore rosa o
biancastro. I frutti sono delle piccole drupe
tondeggianti, raccolte su un ricettacolo centrale
carnoso. Per scopi terapeutici si utilizzano le
foglie e i frutti.
IMPIEGO
TERAPEUTICO È certo che i frutti del rovo sono
stati utilizzati fin dalla più remota antichità per
l'alimentazione delle popolazioni primitive. Già nel IV sec. a.C.
Teofrasto conosceva questa pianta per le sue proprietà medicinali;
Dioscoride non trascurò di descrivere le proprietà astringenti del
suo decotto. L'uso si sviluppò durante il
Medioevo, andando a interessare campi terapeutici sempre più
disparati. Oggi si riconoscono alle foglie di rovo
e ai giovani germogli proprietà astringenti, toniche, diuretiche e
depurative. I fiori hanno le stesse proprietà delle foglie, ma più
blande. Per queste proprietà le foglie del rovo sono utilizzate contro la
diarrea cronica, la dissenteria, le metrorragie, l'ematuria, le malattie in
genere da raffreddamento, la tosse, gli arrossamenti del cavo orale, le malattie
della pelle, i mali di gola e soprattutto le tonsilliti. Il rovo è
infatti un buon antiinfiammatorio del cavo orale e della gola, e i suoi
gargarismi sono efficaci contro le stomatiti, le infiammazioni delle gengive e i
mal di gola in genere. Esternamente le foglie
vengono utilizzate per normalizzare le infiammazioni emorroidali e per curare le
ragadi anali. I frutti sono un alimento sano e
delicato, a condizione di servirsi solo di quelli ben maturi, rinfrescanti e
leggermente astringenti. Con questi frutti si può fare uno sciroppo che
può essere utilizzato come bevanda rinfrescante dai malati e dai
convalescenti. I frutti di rovo servono inoltre
come correttivi del sapore nell'industria farmaceutica e per colorare alimenti e
preparati terapeutici e parafarmaceutici. I
principi attivi del rovo sono: acidi organici, le pectine (presenti soprattutto
nei frutti), sostanze tanniche e acidi
organici.
PREPARAZIONI -
Uso interno: si utilizzano i frutti e le foglie. I
frutti possono essere consumati in quantità fino a 200 g come astringenti
e regolatori intestinali. Con i frutti si
può preparare uno sciroppo, utilizzando 100 g di succo per una doppia
quantità di zucchero. Si cuoce per 2-3 ore a fuoco lento. Lo sciroppo
così ottenuto viene somministrato a
cucchiai. Con le foglie si prepara un infuso,
utilizzando 30-40 g di foglie secche finemente macinate per litro di acqua
bollente. Si lascia a riposo per 5-1O minuti; si filtra per tela. Se ne bevono
2-3 tazze al giorno, come astringente
intestinale.
- Uso esterno: si utilizza il
decotto, preparato con 5O-70 g di foglie di rovo finemente macinate per litro di
acqua. Si lascia bollire per 10-15 minuti, a freddo si filtra per
tela. Il decotto così preparato serve per
combattere le infiammazioni della pelle, delle gengive, delle emorroidi o delle
mucose intime. Con il decotto si fanno sciacqui, gargarismi, lavaggi e
irrigazioni, oppure si preparano compresse
imbevute.
RACCOLTA E
CONSERVAZIONE Le foglie si raccolgono dal mese di
maggio ad agosto. Vanno eliminate quelle secche o attaccate da parassiti
vegetali e animali. Si pongono a essiccare all ombra, disponendole in sottile
strato su graticciati. Si conservano poi in sacchetti di carta o di
tela. I frutti si raccolgono al periodo della
maturità, quando sono di un bel colore nero, da luglio a settembre: si
consumano freschi o si utilizzano in marmellate o gelatine. Oggi, i frutti di
rovo possono essere surgelati come i frutti del
lampone. La coltivazione del rovo non si rende
necessaria, essendo la pianta comune ovunque, dal piano alle zone montane di
tutta Italia. Il rovo anzi è spesso
infestante: va perciò frequentemente tagliato, per evitare l'invasione
dei terreni coltivati o della sede stradale.
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